Tornare alla lira? I dubbi, secondo una nota diffusa il
19 dicembre dall'associazione a tutela dei risparmiatori Aduc, sembrano davvero
essere troppi e tali che il gioca non vale la candela.
Come spiega Primo
Mastrantoni, segretario dell'Aduc, quella di uscire dall'euro è "una
proposta che circola e che viene sostenuta da quanti vogliono tornare ai vecchi
tempi quando, per supportare le nostre esportazioni si svalutava la lira".
Va bene, ma, si domanda Mastrantoni, "quali effetti si avrebbero
svalutando la lira? Ovvio - è la risposta - che un ritorno alla vecchia valuta
italiana comporterebbe una svalutazione su euro e dollaro".
L'Aduc, in particolare, evidenzia come "si
potrebbe esportare più agevolmente beni e servizi ma costerebbero molto di più
quelli importati, a cominciare dai prodotti energetici, il che inciderebbe sui
costi dei beni che esportiamo.
Si pensi - prosegue la nota dell'associazione a
tutela dei consumatori - a quanto costerebbe la benzina e quali riflessi questo
avrebbe sui prezzi dei prodotti trasportati, visto che la maggior parte viaggia
su ruote di gomma e a quanto costerebbe l'energia elettrica". In
quest'ultimo caso, infatti, "la relativa produzione è data da gas e
carbone, che importiamo".
Da mettere in conto, inoltre, "le misure di
protezione che i Paesi comunitari adotterebbero nei confronti del cosiddetto
made in Italy".
Per non parlare, infine, del fatto "i risparmi degli
italiani sarebbero ampiamente decurtati dall'inflazione, lasciando nelle mani
dei risparmiatori un mucchio di mosche".
Insomma, conclude l'Aduc,
"additare la causa dei nostri mali nell'euro è operazione facile e
demagogica.
Il ritorno all'autarchia ha prodotto effetti devastanti qualche
decennio fa, quando si promosse la donazione delle fedi nuziali.
Non è strada
da percorrere", è la conclusione, che non sembra lasciare spazio a molte
alternative.
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