Intorno a metà della seduta del 10 gennaio, il tasso
di cambio euro-dollaro ha toccato un nuovo record di giornata (intraday),
raggiungendo quota 1,31.
Ciò dopo la giornata di ieri che Davide Marone,
analista valutario di FXCM, aveva definito "piuttosto laterale per
l’eurodollaro, che non è riuscito a discostarsi dai livelli di breve periodo.
Vi è stato per la verità un tentativo ribassista - metteva in luce ieri
l'esperto di valute in una nota diffusa ieri in serata - di violazione del
supporto a 1,3060 che è stato svilito laddove l’azionario e le commodities
(materie prime, ndr) sono rimasti sui massimi di periodo.
E' stata una giornata
poco volatile e scevra di market mover, mentre domani (ossia oggi 10 gennaio,
ndr) vi sarà il meeting della Banca Centrale Europea (Bce, ndr) che non
dovrebbe ritoccare i tassi di riferimento ma potrebbe fornire direzionalità di
breve". Insomma, secondo Marone, a livello di soglie da tenere d'occhio
per l'eurodollaro, "restano 1,30 e 1,3120 rispettivamente il supporto e la
resistenza a cui porre grande attenzione".
Diverso il discorso per la seduta odierna, che per
l’appunto dovrebbe essere dominata dalla decisione sui tassi di interesse
dell’area dell’euro della Bce e dal consueto intervento pomeridiano di Mario
Draghi, numero uno dell’Eurotower.
Nettamente prevalente, sui mercati
finanziari, è la previsione di un nulla di fatto sui tassi di interesse, sia su
quello principale, attualmente allo 0,75%, sia su quello relativo ai depositi
overnight in Bce, a zero. Il mercato monetario, ad esempio, a metà giornata,
viaggia in condizioni di distensione, con un occhio in direzione della Bce e
protetto da un eccesso di liquidità nel sistema pari a circa 600 miliardi.
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