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Euro-dollaro: gli esperti attendono l’esito delle elezioni politiche italiane



Il "macromonitor" di questa settimana firmato dall'economista di Monte dei Paschi di Siena, Mario Seminerio, punta i riflettori verso i movimenti del dollaro statunitense e verso l’esito delle elezioni politiche italiane. "Sul mercato dei cambi - scrive l'esperto di Mps - si segnala la ripresa in settimana del dollaro, su aumento di avversione al rischio. Da inizio anno - prosegue Seminerio - il biglietto verde si è apprezzato contro yen, sterlina e alcune divise asiatiche emergenti, mentre ha perso terreno contro euro, valute scandinave e alcune latino-americane come il real brasiliano".

A parere di Seminerio, "questi movimenti hanno condotto alla minore correlazione tra mercati valutari globali registrata nell’ultimo decennio". Riguardo il cross euro-dollaro, "le previsioni devono necessariamente tenere in conto i movimenti indotti da aumento di incertezza in Eurozona, anche legata agli esiti elettorali italiani: secondo alcune stime, ogni 50 punti-base di allargamento degli spread (calcolati sul titolo di stato quinquennale) determinano un indebolimento dell’euro di 2 centesimi, e stesso effetto viene prodotto da un calo di 10 punti-base delle aspettative sui tassi della Bce rispetto a quelli della Fed".


E’ evidente gli esperti di valute ritengono che, oltre a tutta una serie di dati macroeconomici da osservare attentamente nella settimana cominciata il 25 febbraio, anche il risultato delle elezioni politiche italiane del 24 e 25 dello stesso mese potrebbe in qualche modo influenzare l'andamento del cross euro-dollaro. In attesa di conoscerlo, gli economisti di Cmc Markets, dal canto loro, vedono un euro-dollaro "più incline a tornare verso 1,29 almeno finché non riesce a tornare sopra 1,3320".




Euro-dollaro a 1,34 dopo la Bce e le parole di Draghi



Apertura dell'euro-dollaro a quota 1,34 nella seduta di venerdì 8 febbraio, il giorno dopo la riunione della Banca centrale europea (Bce), che ha lasciato i tassi di interesse di Eurolandia invariati. 

Sul tasso di cambio dell'euro, ha dichiarato il presidente della Bce, Mario Draghi, nella consueta conferenza stampa che segue la decisione sul costo del denaro europeo, "prima di tutto, bisogna dire che l'apprezzamento della valuta unica è un segnale di ritorno di fiducia nell'Eurozona. 

Al netto della fiducia, bisogna aggiungere che i cambi devono riflettere i fondamentali e, in via generale, i tassi di cambio reali e nominali dell'euro sono vicini alla media di lungo periodo". Il tasso di cambio è un elemento importante per la crescita e la stabilità dei prezzi "ma non costituisce un obiettivo in sé" delle politiche della Banca centrale, ha ribadito Draghi.

Quanto alla politica monetaria della Bce, il suo numero uno ha spiegato che "è accomodante, manterremo il regime di disponibilità illimitata alle aste di rifinanziamento e siamo pronti a fornire piena liquidità alle banche ove necessario". 

Riferendosi poi agli istituti di credito, Draghi ha spiegato: "Abbiamo risolto il problema del funding bancario, non possiamo agire su quello dei ratio di capitale e sull'avversione al rischio che ha raggiunto livelli elevati". 

La risposta è che "continueremo a fare tutto il possibile perché il flusso del credito riprenda, sempre entro il nostro mandato che è quello della stabilità dei prezzi". Allo stesso tempo "pensiamo che tutte le azioni che abbiamo intrapreso troveranno il loro sbocco nell'economia, così da permettere una ripresa graduale nella seconda parte del 2013".


Rehn: “Ora non si parla più di rischio fallimento per l'Unione monetaria”



Il Belpaese, e in particolare l'ex governo Berlusconi, finiscono nel mirino dei vertici europei. 

Il caso Italia, ha dichiarato il 29 gennaio il commissario Ue Olli Rehn rievocando all'Europarlamento la crisi finanziaria e politica di fine 2011, dimostra l'importanza dell'"effetto fiducia" dei mercati sulla capacità di un paese di superare le difficoltà.

 "L'Italia aveva preso impegni di - ha proseguito Rehn - consolidamento di bilancio nell'estate 2011 per facilitare l'intervento della Banca centrale europea (Bce) nel mercato secondario per acquistare titoli di Stato: quando il governo dell'ex premier Silvio Berlusconi decise di non rispettare più gli impegni assunti il costo del finanziamento per lo Stato è aumentato, poi con la formazione del governo Monti la situazione si è stabilizzata. 

Questo - ha concluso - è un chiaro esempio di 'fattore fiducia'", che ha prodotto dei risultati positivi in termini di premio sul rischio.

"Un anno fa - ha aggiunto Rehn - eravamo seriamente preoccupati per la situazione di Italia e Spagna". Rehn ha aggiunto che da un anno a questa parte nell'Eurozona sono state prese "decisioni coraggiose" e l'Europa ha dimostrato "capacità di reagire" alla crisi.

 Tanto che adesso non si parla più di rischio di fallimento dell'Unione monetaria.

Ciononostante, quanto fatto finora non è ancora sufficiente. "Il 2012 è stato un anno in cui sono state prese decisioni fondamentali per la riforma della zona euro", sottolinea. Ma "vi sono ancora gravi problemi quali la crescita lenta e la disoccupazione elevata, e quindi non possiamo accontentarci di quello che abbiamo fatto". 

Per questo, continua, "Dobbiamo riformare e ammodernare il nostro modello di economia sociale".


Bce, Draghi ribadisce: “L’euro è irreversibile”


L'euro è irreversibile.

A ribadirlo ancora una volta è stato Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea (Bce), concludendo il proprio intervento alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Bocconi di Milano.

Draghi ha voluto fare ricorso a una citazione di Tommaso Padoa-Schioppa, il banchiere centrale recentemente scomparso al quale la prestigiosa università milanese specializzata in tematiche economiche ha dedicato una cattedra. "Vorrei concludere con un aneddoto su Tommaso - ha detto Draghi con riferimento a Padoa-Schippa - come sapete, negli ultimi mesi ho ribadito il  principio dell'irreversibilità dell'euro. E questo è proprio il senso di una delle più note arguzie di Tommaso. Nel 2004, parlando dell'Emu, che è l'acronimo di Economic and Monetary Union (Unione economica e monetaria), rilevò che questo è anche il nome di un uccello australiano simile allo struzzo. E aggiunse che nessuno dei due può andare a ritroso".

Tra i vari punti toccati da Draghi nel suo discorso anche quello della stabuilità finanziaria in Eurolandia. "Assicurare la stabilità finanziaria dell'Eurozona - ha dichiarato il numero uno dell'Eurotower - è interesse di tutti i paesi europei, ma in primis dei paesi creditori che hanno un'esposizione maggiore". Quanto alle iniziative messe in campo per combattere la crisi europea del debito sovrano, Draghi ha spiegato che il cosiddetto piano antispread (Omt) è stato "concepito per ripristinare la trasmissione della politica monetaria" e gli eventuali acquisti di titoli di Stato di Paesi in difficoltà da parte della Bce non hanno "limiti prestabiliti", ma non sono "né incontrollati, né svincolati da condizioni".

Con gli Omt, "il segnale agli investitori sull'infondatezza dei loro timori sul futuro dell'area dell'euro è chiaro", ma "non abbiamo dimenticato qual è l'origine dei problemi del mercato del debito sovrano in Europa". Infatti, ha concluso Draghi, "uno dei presupposti per la conduzione di Omt è che i Paesi interessati abbiano negoziato con  gli altri Governi dell'Eurozona un programma nell'ambito del Meccanismo europeo di stabilità che imponga condizioni rigorose efficaci e credibili su un orizzonte temporale esteso".

Quanto al processo di risanamento dei conti pubblici nei Paesi dell'Eurozona più in difficoltà, Draghi ha fatto notare che "l'evidenza prevalente indica che deve essere centrato su riduzioni di spesa corrente e non su aumenti di tasse".


Bce, la Spagna fa slittare la nomina di Mersch


Slitta alla fine del mese di novembre la nomina del lussemburghese Yves Mersch nel comitato esecutivo della Banca centrale europea (Bce), dopo le tensioni dei giorni che si erano create per la mancata designazione di una donna.

Lunedì 5 novembre il Consiglio europeo ha comunicato che, per il momento, la sesta poltrona del comitato esecutivo (e la 23esima su 23 del consiglio direttivo) della Banca centrale europea rimarrà vuota. 

La questione, infatti, sarà affrontata nell'agenda del prossimo vertice, in calendario per il 22 e il 23 novembre, come spiega una nota "con l'obiettivo di prendere una decisione formale".

La nomina di Mersch ha raggiunto lo stallo dopo che il governo spagnolo ha manifestato la propria opposizione. 
Già lo scorso 25 ottobre il Parlamento europeo aveva votato contro Mersch non per motivi di merito ma per una questione di mancanza di candidature femminili. 

Si è aperta, però, anche una diatriba ulteriore che riguarda la rappresentatività. Se passasse la nomina di Mersch, infatti, la Spagna, per la prima volta, sarebbe l'unica, tra le quattro maggiori economie dell'Eurozona (Germania, Francia, Italia e Spagna) senza un proprio rappresentante nel comitato esecutivo. 

Si interromperebbe in questo modo una tradizione in vigore fin da 1998, anno di istituzione dell'authority europea che decide sui tassi di interesse di Eurolandia. Peraltro proprio il candidato lussemburghese era stato preferito, nel processo di selezione dei candidati, al concorrente spagnolo Antonio Sainz de Vicuna, attuale responsabile dell'ufficio legale della Bce.

Tra i possibili scenari, sta prendendo piede anche quello di una eventuale candidatura dell'ex ministra della Finanze spagnola, Elena Salgado.

Quest'ultima costituirebbe una soluzione che consentirebbe di risolvere i due problemi, ossia la mancanza di donne ai vertici della Bce e il fatto che il paese iberico non sia rappresentato adeguatamente, in un colpo solo. Da ricordare infine che secondo lo statuto della Bce, i membri del comitati esecutivo "sono nominati dal Consiglio europeo che delibera a maggioranza qualificata su raccomandazione del Consiglio previa consultazione del Parlamento europeo e del consiglio direttivo" dell'Eurotower.