Sui mercati dei cambi, la mattina del 23 gennaio,
l'euro ha superato quota 1,333 rispetto al dollaro.
Secondo l'analisi degli
esperti di Fxcm, "l'euro mostra ancora una notevole forza e questo è
testimoniato dai livelli a cui si trova non solo contro il dollaro americano,
ma anche (e soprattutto) contro lo yen, piuttosto che con la sterlina e il
dollaro australiano verso i quali ha mostrato, dopo due anni e oltre di
costante indebolimento, importanti fasi di consolidamento e di possibile
rialzo".
D'altro canto, aggiungono gli esperti di valute, "è indubbio
che la moneta unica sia rappresentativa di un'area economica che vive problemi
enormi che si riflettono in gran parte delle variabili macroeconomiche, che puntualmente
quando tornano agli onori della ribalta, anche solo per la percezione degli
operatori finanziari nei confronti di questa o quella dichiarazione, sono in
grado di muovere massicci flussi di liquidità necessari per spostamenti così
importanti e veloci dei tassi di cambio".
Non ultimo, a questo proposito, è stato il Capo dei
Ministri delle Finanze dell'Eurozona Juncker il quale si è mostrato preoccupato
rispetto al recente e crescente apprezzamento dell'euro da egli considerato
"pericolosamente alto". "Ciò - tirano le somme da Fxcm -
inserito nell'attuale contesto caratterizzato da operatori focalizzati sul
breve periodo, ha contribuito a creare la formula esplosiva per un movimento
così importante e ha accelerato le prese di profitto anche di posizionamenti strategici
a favore di euro di medio periodo.
Tuttavia, e questo continua ad essere un
tema fondamentale da oramai qualche mese, il mercato permane nella sua de
correlazione laddove le liquidazioni di posizioni lunghe di euro non si sono
allineate a quelle delle altre valute a più alto rendimento, dell'azionario e
delle commodity, rimasti in gran parte in fase di consolidamento dei prezzi più
recenti".
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